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«Noi pensiamo allo stesso tempo per parole e per immagini.

Ma le regolarità esprimibili a parole e quelle contenute nelle immagini non sono le stesse.

Con le parole, presentiamo una accumulazione; con le immagini, una totalità.

Una “cosa” (e quindi l’universo) appare diversa a seconda che la si presenti a parole o con le immagini.

Le parole sono perfette per analizzare un’esperienza; per esprimere le totalità, abbiamo bisogno delle immagini.

Costruire un’immagine – è questa, dunque, la contraddizione di fondo.

Costruire: cioè mettere insieme delle cose elementari, e formare a partire da esse una cosa unitaria.

L’immagine è invece fin dal principio una cosa unitaria, che perde qualsiasi valore se la si scompone.

Io non conosco la realtà, ma mi sembra che la si possa affrontare solo con l’immagine.

È ciò che fanno i cani, ma che può capitare di fare anche a noi.

L’intera storia dell’umanità può essere rappresentata da una sequenza di immagini.

Architettura: saper costruire. Non solo degli edifici: il campo d’azione è più vasto.

Si parla di architettura di un romanzo, di una sinfonia, ma anche del corpo umano o del diritto romano […]

“Architettura” significa anche assenza di regole prestabilite: è essa stessa a condurre alla creazione di regole.

“Architettura” implica una costruzione articolata, una costruzione bastante a se stessa».   

 

YONA FRIEDMAN

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